Ancora sotto il segno del duo Piera Detassis (Presidente) e Antonio Monda (Direttore Artistico) parte la dodicesima edizione della Festa del Cinema di Roma. Il concetto è ancora quello del festival diffuso e del coinvolgimento della cittadinanza, soprattutto i giovani, le scuole. Afferma Detassis: “Quello messo a punto da Monda e dalla squadra di selezionatori è un programma che mescola abilmente la ricerca al cinema di genere, dal musical al western allo zombie movie, e che da sempre si allarga al mondo dell’arte e del teatro e della letteratura, alternando anteprime da red carpet e proiezioni nelle carceri, grandi mostre e grandi incontri fino agli eventi oltre la Festa che saranno possibili grazie alla convenzione con il sistema Biblioteche e allo speciale rapporto con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, la Gam”.
Dunque non solo glamour (le star saranno comunque tante), ma l’intenzione di fare attraverso una festa vera cultura cinematografica. L’anno passato il film che ha aperto, Moonlight, ha trionfato agli Oscar (quattro allori tra cui Miglior film), senza dimenticare, tra le pellicole presentate, Manchester by the Sea (altre due statuette). Come sottolinea Antonio Monda, “si riparte da un’edizione di altissimo livello, nel segno della ricerca della qualità e della varietà. Quest’anno la struttura rimarrà invariata: un’unica Selezione Ufficiale senza concorso tranne quello del pubblico, gli Incontri Ravvicinati, una Retrospettiva, i Restauri e gli Omaggi. Voglio aggiungere anche un’idea che ha raccolto molto successo: i Film della nostra vita, attraverso la quale ogni selezionatore sceglie l’opera che predilige di un particolare genere. Quest’anno è la volta del musical, e di questo stesso, meraviglioso genere, saranno anche proiettate sequenze prima di ogni film della Festa. Sono convinto che gli applausi che hanno accompagnato le scene di film western mostrate nella passata edizione come sigla della Festa saranno ancora più scroscianti con titoli quali West Side Story, Singin’ in the Rain e Hair“.
L’idea è sempre quella di presentare film provenienti da tutto il mondo (31 paesi rappresentati), non solo dalle cinematografie “padrone” (si apre con Hostiles), ma anche da Libano, Romania, Indonesia, Repubblica Dominicana, per non fare che pochi esempi. 39 saranno le pellicole nella selezione ufficiale, tra finzione e documentari. Per l’Italia ci sarà il film dei fratelli Taviani, che con Una questione privata adattano il
romanzo di Beppe Fenoglio; dagli Stati Uniti, molto attesi, sono le ultime fatiche di Kathryn Bigelow (Detroit) e Richard Linklater (Last Flag Flying).
Nella sezione Tutti ne parlano verranno presentati i film di registi come Sally Potter e Eugene Jarecki. Tra gli eventi speciali si segnala il documentario Spielberg, dedicato a uno dei registi più importanti del dopoguerra.
Non mancheranno gli incontri stimolanti per il pubblico: dal prodigio Xavier Dolan, al settantottenne Ian McKellen, da Moretti allo scrittore di culto Chuck Palahniuk, il musicista Michael Nyman. Il Premio alla Carriera, quest’anno andrà a David Lynch, mentre la retrospettiva, curata da Mario Sesti, sarà dedicata alla “Scuola italiana”, all’arte di coloro che hanno messo il proprio talento al servizio di registi di ogni parte del mondo: i grandi direttori della fotografia italiani, i costumisti, gli scenografi.
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