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A Ciambra

a-ciambraJonas Carpignano, nato a New York da madre afroamericana e padre italiano, vive a Gioia Tauro da qualche anno. Queste note biografiche ci fanno capire il suo sguardo verso una realtà in cui è immerso; i protagonisti del suo film, A Ciambra, non sono personaggi, ma persone che conosce benissimo; ci vive insieme da anni e ce le restituisce con tutto l’amore e le contraddizioni che hanno in corpo.
Il film è stato presentato al Festival di Cannes alla Quinzaine des Réalisateurs riscuotendo grandi entusiasmi tra pubblico e critica. La trama sembra un normale racconto di formazione ma è molto di più: Pio (Pio Amato), adolescente appartenente a una comunità rom della zona di Gioia Tauro, passa le sue giornate fumando, bevendo e seguendo le orme criminali del fratello maggiore. Quando quest’ultimo finisce in galera, Pio dovrà prendersi delle responsabilità che non aveva mai avuto prima.

Tre anni fa Carpignano realizzò un cortometraggio sempre all’interno del campo nomadi che porta lo stesso nome del titolo del film, era ciambranell’attesa di di poter realizzare il suo primo lungometraggio, Mediterranea, che riuscì ad avere la luce solo nel 2015, straordinario film presentato alla Semaine della Critique a Cannes, ma mai distribuito in Italia, se non nelle poche e meritorie proiezioni del Lux Prize. In questa attesa un episodio personale lo portò a conoscere la Ciambra: gli avevano rubato una Panda e conoscenti della zona gli avevano detto che bisognava andare al campo rom a chiedere informazioni. Così entrò a contatto coi rom che dopo anni di frequentazione, e anche amicizia, sono diventati protagonisti dei suoi film.
Nel cinema di Carpignano è bello ritrovare sempre le stesse persone/attori: Pio è l’ex bambino ora ragazzo del cortometraggio di tre anni fa ed era già presente nella parte finale di Mediterranea. Ritroviamo anche in questo film la sua famiglia e rivediamo sullo schermo Koudous, lo straordinario protagonista del lungometraggio precedente. Carpignano gira perciò in un ambiente familiare senza pregiudizi o moralismi, riesce a mostrare rom che rubano macchine, fanno vari traffici con la mafia locale, salgono sui treni solo per impossessarsi delle valige dei turisti. Mostra il peggio e il meglio di questa comunità in cui i rapporti di amore filiale non si discutono mai. Carpignano è addosso ai suoi protagonisti, la telecamera è dentro i loro volti, si capisce chiaramente che i rom interpretano se stessi e hanno vissuto molte di queste avventure. Lo sguardo del regista è quasi documentaristico ma il film è scritto con una vera e propria sceneggiatura: Pio è cresciuto troppo in fretta, nella sua famiglia ognuno sembra pensare per se stesso, allora lui riesce a fare affidamento soltanto su un amico africano che proverà ad aiutarlo e a tenerlo lontano dai guai. Lui è un immigrato adulto che si è ben introdotto a Gioia, dirigendo un vero e proprio mercato alternativo di elettrodomestici ed altri articoli da ricettare. Lo sguardo nella comunità africana approfondisce il discorso aperto con Mediterranea, film che raccontava la fuga dall’Africa di un gruppo di migranti che poi sarà protagonista dei fatti di Rosarno. Carpignano ci racconta anche qui la difficilissima integrazione con la popolazione locale e con gli stessi rom, una situazione particolarmente complessa ma mai raccontata con il buonismo di certi registi italiani (il cinema retorico e fastidioso di Segre tanto per fare un esempio è per fortuna distante da questi lidi).


La novità di questo film è un certo lirismo che era assente nei suoi precedenti lavori, ci sono delle scene oniriche meravigliose (quella iniziale e quella del cavallo verso metà film) che aggiungono molto sia dal punto di vista visivo che da quello sostanziale. Carpignano ci trasmette così il fortissimo realismo della storia e riesce ad appassionare non poco, ci mostra un ambiente degradato più vero del vero, un ritratto impressionante della vita nomade nella Calabria di oggi, un posto dove ogni speranza di futuro è molto difficile da conquistare.

 Claudio Casazza

A Ciambra

Regia e sceneggiatura: Jonas Carpignano. Fotografia: Tim Curtin. Montaggio: Affonso Gonçalves. Musiche: Dan Romer. Interpreti: Damiano Amato, Pio Amato, Koudous Seihon. Origine: Italia/Brasile/Francia/Germania, 2017. Durata: 120′.

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