Il Viaggio di Fanny, della regista francese Lola Doillon, si presenta come un trionfo del cinema per ragazzi. Presentato all’edizione 2016 del Giffoni Film festival Generator +13, questo è un film bello sotto tutti i punti di vista.
La storia ci racconta di un gruppo di bambini ebrei, capitanati dalla coraggiosa Fanny (Léonie Souchaud), costretti ad intraprendere da soli un viaggio verso la Svizzera per scappare dalla persecuzione nazista.
La narrazione è affrontata in modo molto delicato e al tempo stesso incisivo; i bambini sfiorano quella guerra che li vorrebbe eliminare, senza mai davvero entrarci, riuscendo così in qualche modo ad evitarla. Per scappare dalla persecuzione, infatti, questo gruppo eterogeneo di giovani ebrei, è costretto a inventare, a trovare soluzioni e a ragionare come adulti. Ma quel che riesce meglio alla regista, è mostrare come, sebbene disumanizzati dalla paura e costretti a lasciarsi alle spalle la loro vera età per necessità, i protagonisti continuino ad essere a tutti gli effetti dei bambini, bambini che vogliono crescere, stare con le loro famiglie e correre dietro ad una palla.
Ogni inquadratura ha il sapore del miglior cinema francese, con una particolare attenzione alle scenografie e alle tonalità di colore brillanti, due aspetti delle immagini che si completano a vicenda intrecciandosi grazie all’uso magistrale della luce.
I personaggi sono ben strutturati e sorprendenti. Quando si tratta di gruppi di bambini succede spesso di vedere un gran numero di caratteri simili e stereotipati, ma questo non succede ne Il viaggio di Fanny. Ogni personaggio, principale o secondario della storia, lascia una sua impronta indelebile nello spettatore; la protagonista, poi, ispira subito simpatia e tenerezza, grazie anche all’interpretazione di Léonie Soucheud. Ma ci si affeziona a tutti i bambini, per cui nutriamo la speranza di vederli salvi, che non è per nulla scontato durante la narrazione. I piccoli attori sono artefici di interpretazioni sentite, hanno dato prova di aver compreso l’anima dei loro personaggi.
Infine una parola va spesa sulla bellissima colonna sonora che accompagna ogni scena del film, tra cori che si intrecciano alla narrazione e melodie che accompagnano la storia nei suoi momenti importanti.
Un film che trova la sua bellezza nell’innocenza dell’infanzia, che seppur rubata, riprende vita in questa storia, portando a riflettere sulle scelte che ancora oggi persone singole e governi fanno nei confronti delle differenti etnie. Delicato e incisivo, senza scene particolarmente cruente, Il viaggio di Fanny è consigliato sia agli adulti che ai ragazzi.
Licia Casalini
Il viaggio di Fanny
Regia: Lola Doillon. Sceneggiatura: Lola Doillon, Anne Peyrègne. Fotografia: Pierre Cottereau. Montaggio: Valérie Deseine. Interpreti: Léonie Souchaud, Fantine Harduin, Juliane Lepoureau, Ryan Brodie, Anaïs Meiringer. Origine: Francia, 2016. Durata: 94′.