Fine della campagna elettorale Cortisonici 2016. Puntuali gli amatori e i fedeli al Festival, più una dose massiccia di giovani che hanno deciso, per questa settimana, di spegnere Netflix. Lo “Yes we can” varesino si traduce oggi come non mai in un teatro gremito. Spegnere i dispositivi da 10 pollici. Un’eccezione, per quanto potrebbero scriverne i disfattisti. Mi piace pensare ad una controtendenza, Cortisonici, una costante, un’armata marciante contro l’isolante intrattenimento digitale. L’impatto della proiezione su grande schermo, e la conoscenza oltre il prodotto confezionato: l’incontro con le squadre di creazione, l’analisi della realizzazione filmica.
Ieri, la serata conclusiva del Festival. Di cornice, alla terza parte di selezione al Concorso, protagonisti in sala come Corentin Romagny e Pierrick Chopin per Mamie, qu’est-ce que tu fais là?!, vincitore del premio Ronzinanti assegnato dall’Associazione. La partecipazione di una classe di Liceo, insieme giuria e collaboratrice attiva in sala. Il cameo di Omar Stellacci, cimentatosi in un romantico playback con la candidata Jie – lui ormai è un fedelissimo della proposta tematica del Festival. Ma ciò che rende Cortisonici unico nel suo genere, sono i satelliti ruotanti, di mille forme e dimensioni: quest’anno l’esclusiva anteprima completa di Polchinski, ultimo progetto web di Astutillo Smeriglia, animatore satirico italiano – alcuni di voi lo ricorderanno per le pillole web di Preti. La Japan Animation Night, organizzata lo scorso mercoledì, per non parlare del sempreverde Inferno. Riavvolgendo la pellicola all’apertura del Festival, l’immaginario cinematografico tradotto in musica di Mauro Ermanno Giovanardi, in tappa esclusiva a Varese per il Festival.
La proposta quindi diverte, sorprende, scuote. Nessuna superflua solennità nella celebrazione dei temi, solo una sincera partecipazione al moto creativo, che sia anche solo ritrovarsi di fronte a due minuti di video-ringraziamento in coreano. Selezione di sintesi per di più di 800 opere inviate in segreteria, quasi ci si dispiace di non aver potuto selezionare personalmente. Un giro del mondo in cinque giorni di generi, cultura e contemporaneità.
Come sottolineato dalla giuria ufficiale, un incoraggiamento all’esplorazione di nuove frontiere di racconto: ibridi preziosi in un panorama artistico che sembra aver esaurito tutti i mondi possibili.
Giudizio energico quindi anche per questa edizione: abbiamo bevuto una birra in compagnia di qualche regista in tarda serata, senza procacciare inviti a feste private. Un cin cin anche con Alessandro Capitani, regista del corto Bellissima, selezionato a Cortisonici e vincitore di quest’anno dell’ambito David di Donatello. Occasione rara e magnifica, che forse l’anno prossimo condivideremo con voi? Nella certezza che i luoghi di confronto si moltiplichino per la città e oltre, a partire dalla sala di Filmstudio 90, tristemente ancora sigillata.
Cortometraggio vincitore: DYSTOPIA di Bak Sunyong (Corea del Sud)
Menzione speciale: VONK di Kuba Szutkowski e Edgar Kapp (Olanda)
Premio “Ronzinanti” assegnato dall’Associazione Cortisonici: MAMIE, QU’EST-CE QUE TU FAIS LÀ ?! di Corentin Romagny e Pierrick Chopin (Francia)
Premio giuria studenti: SAME BLOOD di Mitry Semenov-Aleinikov (Bielorussia)
Premio del pubblico: BELLISSIMA di Alessandro Capitani (Italia)
Giulia Peruzzotti