RecensioniSlider

Città di carta, successo di carta

paper-townsQuentin “Q” Jacobsen (Nat Wolff) è un ordinario adolescente di Orlando. Margo Roth Spiegelman (Cara Delevingne) la sua altrettanto ordinaria vicina di casa. Tra i due non c’è legame, se non un’impacciata simpatia di Q non corrisposta. Ah sì, un’incomprensione all’età di otto anni che determinò la sospensione della loro amicizia… La finestra della camera di Q si affaccia su quella di Margo, ma loro non si parlano da anni. Lui conduce una vita scolastica impeccabile, con il sogno di diventare dottore; lei adora essere, nei suoi skinny jeans, la biondona trasgressiva da liceo. Una notte qualsiasi, Margo torna a sfidare Q, proponendogli un’avventura notturna: è necessario vendicarsi di alcune cose, e Q è il compagno perfetto. Q accende il motore della macchina della madre, e in men che non si dica si ritrova totalmente a suo agio nel ruolo di “trasgressore”. Si riscalda quindi il fuoco della loro amicizia, e la notte è il momento perfetto per insegnare a Q il giusto atteggiamento di vita – quello da tiepido teppista. Quando Q si “risveglia dal sogno” per tornare a lezione, Margo è sparita dalla città. Un misterioso poster di Woody Guthrie, rivolto verso la finestra di Q, spinge il ragazzo a decifrare una serie di indizi. Sarà lui a ritrovare la ragazza, attraverso una lenta e improbabile pista, sostenuta dagli amici – impacciati – di sempre: Ben e Radar.
Ogni tanto ci si chiede quanto sia angolato lo sguardo adulto su una storia di adolescenza. Poi, concedendo del tempo a Città di carta, ci siPAPER TOWNS ricrede. Forse è più assurdo il punto di vista “adolescenza” dentro al proprio contenitore di adolescenza. Il progetto si rivela autoreferenziale, l’Agloe delle storie, una ghost town priva di case e abitanti, di solidità narrativa. La serata del Prom diventa l’obbiettivo, non un passaggio all’età adulta. Le azioni complessive sono casuali e prive di convinzioni: perché gli amici accompagnano Q attraverso l’America e – dopo nemmeno un’ora dall’arrivo – impugnano con urgenza le chiavi della macchina per rientrare senza di lui? La trasgressione di Margo è debole e naif, per non dire censurata. Q è un ordinario ragazzino americano, con le sue simpatie e i suoi doveri da studente, sopraffatto da una seconda identità fin troppo sicura di sé. Si accenna al valore del road movie, sgretolato in conclusione: una confusione di intenti senza occasione di riscatto.

Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=WlYN628zR7A

Questo film non meriterebbe respiro, se non fosse che Cara Delevingne conferma recentemente la conclusione della carriera di modella e annuncia una nuova vita da attrice. Smontata l’immagine pubblica di Cara, appiccicata con la colla delle figurine al personaggio di Margo, il valore del film si volatilizza. Margo abbandona gli studi a qualche giorno dalla conclusione dell’ultimo anno, sfuggendo volutamente alla proprie responsabilità. Un po’ come Christopher McCandless di Into the wild, un rivoluzionario contro la società capitalista, in piena espressione solo attraverso la fuga.
L’unico insegnamento interessante, una sua frase che sembra estrapolata da qualche recente pagina tumblr: “life begins at the end of your comfort zone”. Che fa riflettere, non senza sogghigno, al pubblico che potrebbe scegliere di pagare il biglietto per Città di carta: persone di carta.

Giulia Peruzzotti

Città di carta

Regia: Jake Schreier. Sceneggiatura: Scott Neustadter, Michael H. Weber. Fotografia:David Lanzenberg. Montaggio: Jacob Craycroft. Interpreti: Cara Delevingne, Nat Wolff, Halston Sage, Cara Buono, Austin Abrams, Meg Crosbie, Caitlin Carver. Origine:Usa, 2015. Durata: 109′.

Topics
Vedi altro

Articoli correlati

Back to top button
Close