Avere un asso nella manica è importante. Essere un A.S.S.O., nei tuoi anni di liceo, può rivelarsi la tua più grande sfortuna.
Jess Harris, aspirante fashion designer, è la bionda. Casey Cordero, dal fascino latino, è la mora. Con loro Bianca Piper (Mae Whitman): amante dei cult movie, studente modello, nonché A.S.S.O. del gruppo: l’Amica Sfigata Strategicamente Oscena. Bianca non è alta, non ha gusto nel vestire ed è anche impacciata nel rispondere ai sorrisi di Toby Tucker, classico biondone che abbraccia la chitarra acustica. Ad un mese dall’attesissimo ballo di fine anno, Wesley Rush (Robbie Amell), vicino di casa di Bianca e capitano della squadra di football, la mette di fronte alla realtà: lei è un A.S.S.O. Così Bianca decide di ribellarsi all’etichetta: rimuove Jess e Casey, le sue migliori amiche, dagli amici di Facebook, Instagram, Twitter, smette di essere la portavoce per i loro ammiratori. Bianca poi, che con Wesley è cresciuta e non ha mai avuto imbarazzi, propone di aiutarlo in chimica, in cambio di qualche dritta di stile. Così Wesley la sottopone ad una serie di prove per far emergere la ragazza sexy che è in lei, finendo forse per stupirsi anche lui della loro compatibilità. La forza controproducente al suo cambiamento è Madison Morgan (Bella Thorne), la più bella e spietata della scuola, disposta a tutto pur di avere una carriera liceale impeccabile. Madison è perfetta nei panni della reginetta del ballo, e come tale rivendica ciclicamente la sua relazione con Wesley, non autorizzato ad infangare la sua reputazione. Bianca diventa, nella sua importante fase di crescita, la vittima di cyberbullismo. Uno sharing di video rubati con un telefonino, in momenti di confidenza con il suo migliore amico, sono la pistola alla tempia della ragazza: non solo deve lottare alla ricerca della sua identità, ma è chiamata a far fronte all’invidia di coetanei che respirano solo attraverso i social.
L’A.S.S.O. nella manica, tratto dal bestseller americano Quanto ti ho odiato, si propone già dai titoli di testa come una teen comedy up to date: la tecnologia la fa da padrone. La prigione dello sharing compulsivo – tanto temuto dal mondo adulto – si concretizza sugli schermi dei liceali. Le loro esigenze sono avere amici, trovare l’anima gemella, inseguire i propri sogni: una borsa di studio, incidere un disco, diventare una star. Il tutto con la complicazione della propria immagine su internet: il riflesso mediatico della propria vita che incide su quella vera, anche senza autorizzazione.
Le etichette sociali sono storia vecchia, e nel 2015 vengono camuffate sotto hashtag. Attraverso la rielaborazione delle cinque fasi del modello terapeutico Kubler-Ross, proposto nella storia dalla madre di Bianca, si ragiona sull’importanza dell’individuo di distaccarsi dalle esse, accettando la propria nuda e sincera essenza. Nel film sono citate tutte – ma proprio tutte – le maggiori piattaforme social, con i loro effetti potenzialmente negativi ma anche positivi (non a caso nel finale si spezza una lancia a favore dell’impatto tecnologico sulla vita della protagonista).
Finalmente con Ari Sandel uno sguardo registico fresco e aggiornato, che ci fa entrare negli armadietti delle scuole americane senza più pance scoperte anni ’90. Nel riscatto della propria identità non mancano i cliché tipici di questa commedia, le situazioni di imbarazzo nelle quali tutti noi spettatori ci siamo ritrovati in passato. Alto il valore terapeutico: ognuno di noi almeno una volta nella vita si è sentito un “asso” e ha cercato di “guarire”. Anche il finale a lieto fine giunge trionfante, senza tentennamenti. Forse proprio quello che ci si aspetta e si spera da una ragazza così energica.
Giulia Peruzzotti
L’A.S.S.O. nella manica
Regia: Ari Sandel. Sceneggiatura: Josh A. Cagan, Kody Keplinger. Fotografia: David Hennings. Montaggio: Wendy Greene, Bricmont. Interpreti: Mae Whitman, Robbie Amell, Bella Thorne, Bianca A. Santos, Skyler Samuels. Origine: USA, 2015. Durata: 101′.
https://www.youtube.com/watch?v=LJOxOjDexRY