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Suite francese

Francia centrale, 1940. L’occupazione tedesca travolge anche la piccola città di Bussy. Ogni famiglia si vede costretta a ospitare almeno un ufficialeUnknown-1 tedesco. Questa sorte tocca anche a Madame Angellier (Kristin Scott Thomas), che vive con la nuora Lucile (Michelle Williams) in una bella villa di campagna, nell’attesa silenziosa del ritorno del figlio dal fronte. L’arrivo dell’ufficiale Bruno von Falk (Matthias Schoenaerts) sconvolge la vita della giovane e bella Lucile, che per la prima volta, dopo un matrimonio combinato e anni di soggezione ai dispotismi della suocera, scopre l’amore vero. Lo scopre tra le note di quella musica misteriosa che il giovane ufficiale ogni sera, finalmente solo, suona, quella musica che Lucile non conosce e che tanto la rapisce, quella musica che diventerà il più indissolubile legame tra loro.

Suite francese, tratto dall’omonimo romanzo di Irène Némirovsky,  è la storia di un amore proibito, tormentato, costretto a nascondersi, a mentire, e alla fine a rinunciare a se stesso. Ci racconta come l’amore nasca comunque, anche tra nemici, ma non ci illude che possa essere più forte di qualunque cosa, non ci illude che possa trionfare su una guerra o su un’ideologia. E così Bruno e Lucile alla fine andranno ognuno per la sua strada, figli ognuno della propria storia, del proprio paese, del proprio destino.

UnknownSuite francese è un film coinvolgente, drammatico senza essere straziante, romantico senza essere melenso, di grandi sentimenti, ma senza risultare stucchevole o poco credibile. È un film che catapulta in un passato in cui, nonostante la guerra, ogni spettatore vorrebbe trovarsi, perché in quel passato sembra tutto possibile, anche essere coraggiosi. È un film dal sapore un po’ retrò, che fa venir voglia di ballare il valzer e di spazzolarsi per ore i capelli seduti davanti a una toilette, di viaggiare su vecchie automobili, di incontrare un bel soldato che ti dà del voi, di rubare un bacio dietro una porta socchiusa. La storia non è nuova, anzi, potremmo dire, è un classico. Ma c’è modo e modo di narrare le storie, anche le più antiche e le più raccontate. E Saul Dibb sicuramente lo fa bene, con un uso sapiente delle musiche e della fotografia, ma anche grazie a un cast capace di tenere il tutto entro certi limiti, di non scadere, di non eccedere, di non trasformare una storia d’amore appassionante in una telenovela strappalacrime ai limiti dell’imbarazzante. Suite francese è un ottimo prodotto, un prodotto d’intrattenimento ben riuscito, che non esalta, ma non delude, e che convince lo spettatore se al cinema ci va non solo per fare critica d’essai, ma anche per passare una piacevole serata.

 Monica Cristini

Regia: Saul Dibb. Soggetto: Irène Némirovsky. Sceneggiatura: Saul Dibb, Matt Charman. Fotografia: Edaurd Grau. Montaggio: Chris Dickens. Interpreti: Michelle Williams, Matthias Schoenaerts, Kristin Scott Thomas. Origine: Regno Unito, Francia, Canada, 2014. Durata: 107′.

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