Si annuncia una 65° edizione di valore per il Festival del film di Berlino, in programma fino a domenica 15 (informazioni www.berlinale.de), forse l’edizione più attesa e sulla carta più ricca degli ultimi anni: con i nuovi film di cineasti della levatura di Terrence Malick, Werner Herzog, Peter Greenaway, Kenneth Branagh e Wim Wenders, che riceverà anche il premio alla carriera. Il festival ha come film d’apertura giovedì Nobody Wants the Night della catalana Isabel Coixet, attesa a un riscatto dopo gli ultimi lavori deludenti. Nel programma tanti film americani, parecchi debuttanti e un notevole numero di documentari. Andiamo con ordine.
VERGINE GIURATA
In concorso c’è un film italiano in coproduzione con Albania, Kosovo, Germania e Svizzera. Corre per l’Orso d’oro Vergine giurata, lungometraggio di debutto di Laura Bispuri con Alba Rohrwacher, Flonja Kodheli, Lars Eidinger e Luan Jaha, ispirato dal libro omonimo di Elvira Dones, pubblicato da Feltrinelli. Tra Albania e Alto Adige si sviluppa la vicenda di una giovane costretta, in rispetto di un’antica e spietata regola del villaggio, a rinunciare al proprio nome e alla propria identità di donna.
FRANCESCO ROSI
In ricordo del grande Francesco Rosi, da poco scomparso, il festival proietterà Uomini contro (1970), film anti-militarista con Gian Maria Volontè. Rosi è sempre stato bene accolto a Berlino: ricevette nel 1962 l’Orso d’Argento per la regia per Salvatore Giuliano e nel 2008 l’Orso alla carriera.
ANCORA ITALIA
Nelle diverse sezioni della Berlinale figurano parecchie altre opere italiane. Spicca in Berlinale Special Torneranno i prati di Ermanno Olmi, ambientato sempre durante il primo conflitto mondiale. Due esordi molto interessanti sono Short Skin di Duccio Chiarini e Cloro di Lamberto Sanfelice, entrambi alle prese con due romanzi di formazione: un diciottenne in Versilia e una diciassettenne sull’Appennino abruzzese. In Forum è presente Il gesto delle mani di Francesco Clerici. Nella sezione Culinary Cinema Il segreto di Otello di Francesco Ranieri Martinotti, sulla trattoria romana Otello alla Concordia che negli anni ha visto a tavola tanti nomi importanti del cinema, e Quando l’italia mangiava e bianco e nero di Andrea Gropplero di Troppenburg.
CONCORSO
Tra i 19 titoli in competizione parecchi calibri da novanta. Attesssimo è il ritorno di Knight of Cups di Terrence Malick, che tre film in cinque anni non li aveva mai realizzati, con Christian Bale, Cate Blanchett e Natalie Portman. Poi Queen of the Desert di Werner Herzog e Taxi di Jafar Panahi, cui il regime iraniano ha proibito senza successo di girare film. Ancora Eisenstein in Guanajuato di Peter Greenaway con Elmer Bäck nella parte del grande cineasta Sergej Eisenstein, durante il suo soggiorno messicano, e Pod electricheskimi oblakami – Under Electric Clouds del talentuoso russo Alexei German jr., già premiato alla Mostra di Venezia. Ci sono due cileni importanti: il documentario El botón de nácar di Patricio Guzmán (Nostalgia de la luz)
e El Club – The Club di Pablo Larraín (Tony Manero, No)
con Roberto Farias, Antonia Zegers, Alfredo Castro e Alejandro Goic. il francese Il diario di una cameriera di Benoit Jacquot, con Léa Seydoux e Vincent Lindon, dal romanzo già portato sullo schermo da Luis Bunuel con Jeanne Moreau. L’oriente è rappresentato dal giapponese Ten no chasuke (Chasuke’s Journey)
di Sabu (Kanikosen),
il cinese Yi bu zhi yao (Gone with the Bullets) di Jiang Wen e il vietnamita Cha và con và (Unsere sonnigen Tage) di Phan Dang Di. Due i tedeschi, oltre a Herzog che è però di produzione americana, Als wir träumten di Andreas Dresen e Victoria di Sebastian Schipper. Il cinema inglese è rappresentato da 45 Years di Andrew Haigh, con Charlotte Rampling, l’est Europa da Aferim!
del romeno Radu Jude (noto per Everybody in Our Family) e Body della polacca Malgorzata Szumowska. È invece una novità Ixcanul (Ixcanul Volcano) di Jayro Bustamante,
debuttante e primo guatemalteco in un concorso importante.
GIURIA
Presidente della giuria è
Darren Aronofsky. Con lui ad assegnare i premi gli attori Daniel Brühl e Audrey Tautou, i registi Bong Joon-ho e Claudia Llosa, la produttrice Martha De Laurentiis e l’autore di serie tv (Mad Men) Matthew Weiner.
FUORI COMPETIZIONE
Fuori concorso c’è la Cenenerentola hollywoodiana Cinderella di Kenneth Branagh con grande cast: Cate Blanchett, Lily James, Richard Madden, Stellan Skarsgård, Holliday Grainger, Sophie McShera, Derek Jacobi e Helena Bonham Carter; Mr. Holmes di Bill Condon, con Ian McKellen e Laura Linney; Elser di Oliver Hirschbiegel (La caduta, Diana). Fuori gara naturalmente anche il nuovo film americano di Wim Wenders,
Every Thing Will Be Fine con James Franco, Charlotte Gainsbourg, Rachel McAdams e Marie-Josée Croze.
BERLINALE SPECIAL
Qui è collocato il chiacchieratissimo Cinquanta sfumature di Sam Taylor-Johnson con Jamie Dornan e Dakota Johnson. Molto più interessante il resto della sezione, a comiciare da Selma di Ava DuVernay, con David Oyelowo, Tom Wilkinson, Oprah Winfrey e Carmen Ejogo. Il film sulla marcia per i diritti civili e Martin Luther King, candidato all’Oscar e nelle sale italiane dal 12 febbraio. Ancora Are You Here esordio al cinema del giurato Matthew Weiner, con Owen Wilson, Zach Galifianakis e Amy Poehler, Life di Anton Corbijn, con Robert Pattinson, Dane DeHaan, Joel Edgerton e Ben Kingsley, Love & Mercy di Bill Pohlad, con John Cusack, Paul Dano, Elizabeth Banks e Paul Giamatti, Woman in Gold di Simon Curtis (My Week with Marilyn) con Helen Mirren, Ryan Reynolds, Daniel Brühl, e Die abhandene Welt di Margarethe von Trotta con Katja Riemann, Barbara Sukowa. Tra le curiosità Breathe Umphefumlo – La Bohème del sudafricano Mark Dornford-May, che, dopo aver vinto l’Orso d’oro nel 2005 con l’adattamento della Carmen di Bizet in lingua xhosa e ambientato in un ghetto, ha compiuto la stessa operazione con La Bohème. Passa anche il già premiato a Venezia The Look of Silence di Joshua Oppenheimer, che sarà presidente della giuria per l’opera prima.
PREMI
Oltre all’Orso alla carriera a Wenders, il festival consegnerà la Berlinale Camera allo storico del cinema russo Naum Kleiman, fondatore e per anni direttore del Museo del cinema di Mosca e rimpiazzato nel luglio 2014 dal ministero della cultura russo.
PANORAMA
La sezione parallela Panorama presenta 34 film di fiction e molti documentari. Tra i più interessanti romeno De ce eu? (Why me?) di Tudor Giurgiu, il messicano 600 Millas di Gabriel Ripstein, con Tim Roth, Angelica di Mitchell Lichtenstein, con Jena Malone, l’argentino El incendio (The Fire) di Juan Schnitman, il tedesco Härte (Tough Love) di Rosa von Praunheim, Nasty Baby, film americano del cileno Sebastián Silva, lo svizzero Dora oder Die sexuellen Neurosen unserer Eltern (Dora or The Sexual Neuroses of Our Parents) di Stina Werenfels, l’haitiano Meurtre à Pacot (Murder in Pacot) di Raoul Peck e Ned Rifle del ritrovato Hal Hartley. Tra i documentari da segnalare Haftanlage 4614 (Prison System 4614) di Jan Soldat, Je suis Annemarie Schwarzenbach di Véronique Aubouy, Fassbinder – lieben ohne zu fordern (Fassbinder – To Love without Demands) del danese Christian Braad Thomsen e Iraqi Odyssey dello svizzero d’origine irachena Samir.
FORUM
Il sempre molto interessante Forum, sezione indipendente del festival, festaggia i 45 anni e ha selezionato 43 lungometraggi. Tra questi l’esordiente turca Emine Emel Balcı con Nefesim kesilene kadar (Until I Lose My Breath), nel quale una giovane cerca di stabilire un rapporto con il padre, altro esordio l’israeliano Ben Zaken di Efrat Corem, il
documentario franco-greco Exotica, Erotica, Etc. Evangelia Kranioti. Già noti sono altri autori: The Forbidden Room Guy Maddin ed Evan Johnson,
Queen of Earth di Alex Ross Perry, Rabo de Peixe (Fish Tail) dei portoghesi Joaquim Pinto, Nuno Leonel, Superwelt (Superworld) dell’austriaco Karl Markovics, Viaggio nella dopo-storia (Journey into Post-History) di Vincent Dieutre, l’argentino H. di Rania Attieh e Daniel Garcia e il francese
Histoire de Judas (The Story of Judas) di Rabah Ameur-Zaïmeche.
PROFESSIONISTI
Sempre più importanti le inizative parallele al Festival che convocano a Berlino migliaia di professionisti del cinema. Berlinale Talents con 300 talenti, le Shooting Stars con gli attori europei emergenti (non ci sono italiani quet’anno), l’Efm, l’European Film Market, l’appuntamento europeo più importante per i professionisti dopo quello di Cannes, e il Co-production Market con i progetti di 36 nuovi lungometraggi.
da Berlino, Nicola Falcinella