Montagne e culture è il sottotitolo del 72° Trento Film Festival, la più antica rassegna dedicata al cinema di montagna, ma anche a libri, incontri e tanto altro, in programma dal 26 aprile al 5 maggio.
Il festival proporrà un totale di 120 film, suddivisi tra sette sezioni, e 166 eventi, sotto la direzione di Luana Bisesti e con il varesino Mauro Gervasini al debutto come responsabile del programma cinematografico, subentrando a Sergio Fant.
Molti gli ospiti, come gli alpinisti Krzysztof Wielicki, Silvo Karo, il filosofo Umberto Galimberti, gli scrittori Mauro Corona, Arno Camenisch, Enrico Brizzi, Fosco Terzani ed Erri De Luca, oltre all’attore Alessio Boni che farà una serata di racconti e musica al Teatro Sociale e a Veronica Pivetti.
Film d’apertura sarà il tunisino Oura El Jbel – Dietro la montagna di Ben Attia Mohamed, presentato alla scorsa Mostra di Venezia.
Altro momento importante la proiezione della versione restaurata del documentario La montagna lucente – Gasherbrum – Der leuchtende Berg di Werner Herzog del 1984, con la presenza di Reinhold Messner, protagonista con il compagno di cordata Hans Kammerlander di un film poco noto e molto herzoghiano.
Il concorso internazionale (in giuria Kinga Baranowska, Alex Bellini, Jinna Lee, Christophe Mercier e Paola Piacenza) comprende 25 titoli, tra questi cinque italiani: Marmolada – Madre roccia di Matteo Maggi e Cristiana Pecci, Api di Luca Ciriello, Segnali di vita di Leandro Picarella, Terra nova, il paese delle ombre lunghe di Lorenzo Pallotta e Il Picco della Ventura di Mattia Tafel; due i francesi, la fantascienza Pyramiden di Damien Faure e Maurice Baquet, l’accordé di Gilles Chappaz che omaggia il cinema transalpino degli anni ‘30 e ‘40 attraverso la figura di un violoncellista alpinista. È svizzera l’animazione Diciassette di Thomas Horat su una giovane partigiana sul lago Maggiore, mentre l’armeno Qar di Arman Ayvazyan parla della guerra nel Nagorno-Karabach.
Molto importante è sempre il concorso Alp&Ism, dedicato ai film di alpinismo, tra questi La traccia di Toni – Toni Gobbi da cittadino a guida alpina di Antonio Bocola (memorabile il suo Fame chimica diretto con Paolo Vari nel 2003).
Confermati gli Orizzonti vicini riservati alla produzione, in crescita, di Trentino e Alto Adige: da evidenziare il personalissimo Across di Irene Dorigotti, una delle scoperte delle Giornate degli autori veneziane che in queste settimane inizia un tour distributivo per l’Italia; Bambini di frontiera di Manu Gerosa (noto per Between Sisters e One More Jump); Contadini di confine di Michele Trentini; Così è la vita. Endrizzi, le storie dietro la storia di Katia Bernardi (da ricordare per Funne).
La sezione Destinazione Irlanda prevede la proiezione di 16 titoli legati all’isola di smeraldo, tra cori e lungometraggi, documentari e opere di finzione. Tra queste l’animazione italo-irlandese Mary e lo spirito di mezzanotte di Enzo D’Alò, che sarà ospite a Trento, il documentario North Circular e The Quiet Girl di Colm Bairead. Nel programma anche il concerto di Cisco dei Modena City Ramblers che interpreterà i brani di Riportando tutto a casa, a 30 anni dall’uscita del disco.
C’è molto da scoprire anche tra le proiezioni speciali, a partire da un vero caposaldo del cinema di montagna Der Berg des Schicksals (1924) opera del pioniere Arnold Fanck. In testa ci sono Ambin – La Roccia e la Piuma del piemontese Fredo Valla e Flavio Paolucci. Da Guelmin a Biasca del ticinese Villi Hermann, due autori negli ultimi anni più noti rispettivamente come sceneggiatore (per Giorgio Diritti) e produttore ma sempre con molto da dire.
Tra le anteprime ci sono Gondola del tedesco Veit Helmer (che già conquistò il pubblico di Trento anni fa con Absurdistan), il thriller filosofico La teoria dell’universale di Timm Kroger già in concorso all’ultima Mostra di Venezia, il francese Soudain seuls di Thomas Bidegain, il thriller psicologico tedesco Cuckoo di Tilman Singer e la fiaba nepalese Snow Leopard di Pema Tseden.
Ultimo ma non ultimo, l’evento speciale in ricordo di Francesco Nuti con la riproposizione di uno dei suoi film più amati, Tutta colpa del Paradiso (1985) con Ornella Muti, girato in Valle d’Aosta tra Champoluc e Gressoney.
Nicola Falcinella