Il Festival dei Popoli è arrivato alla sua 58^ edizione. La storica manifestazione – presieduta da Vittorio Iervese e diretta da Alberto Lastrucci – con gli oltre 80 titoli si propone di presentare, dal 10 al 17 ottobre, il meglio del cinema documentario internazionale.
La straordinaria storia della star della danza Sergei Polunin, divenuto a soli 19 anni il più giovane primo ballerino del Royal Ballet di Londra e oggi tra i più geniali e controversi danzatori contemporanei, nel documentario Dancer di Steven Cantor (in anteprima al festival e in uscita nei cinema per Wanted); le rare immagini d’archivio dei Beatles e dei gloriosi e coloratissimi anni della fondazione della loro casa discografica, la Apple Corps, in The Beatles, Hippies and Hells Angels – Inside the Crazy World of Apple di Ben Lewis. E ancora, l’esplorazione della fenomenologia musicale degli X Japan in We are X di Stephen Kijak, film reduce dal successo al Sundace Film Festival dove si è aggiudicato il Best Editing Award. Realizzato dal team produttivo del Premio Oscar Searching for Sugar Man, il film racconta passato e futuro prossimo della celebre band di heavy metal giapponese e del suo frontman, Yoshiki, diventata fenomeno di culto per le spettacolari esibizioni da vivo e che vanta oltre 30 milioni di dischi venduti. Il gruppo annovera tra i propri fan i Kiss e l’Imperatore del Giappone. Radio Kobanî di Reber Dosky, prodotto da Jos de Putter, racconta – attraverso la voce e le testimonianze di un’emittente radiofonica locale – il graduale ritorno alla vita di Kobanê e il lento processo di ricostruzione della città liberata dall’assedio dello Stato Islamico; e ancora ritratti umani nel viaggio antropologico di Visages, Villages di Agnès Varda e JR. Autentica leggenda della nouvelle vague, oggi ottantottenne, nel suo nuovo film la Varda fa squadra con il trentatreenne JR, street photographer autore di giganteschi graffiti urbani. Le immagini che affiorano
dalla ricognizione della Francia rurale effettuata da questa strana coppia sono giocose, spettrali, belle e commoventi.
Saranno sei i documentari italiani, tutti in anteprima mondiale. Di seguito i titoli selezionati: Aperti al pubblico di Silvia Bellotti, uno spaccato sulle battaglie quotidiane in scena all’Istituto Autonomo per le Case Popolari di Napoli, ente incaricato della gestione dei 40.000 alloggi presenti in città e nella provincia. Arca Hotel di Gabriele Licchelli e Santiago Raphael Priego vede protagonisti cinquanta migranti ospitati in Puglia, in un vecchio albergo degli anni ’80 in attesa che la commissione territoriale si esprima sul loro diritto a ricevere i documenti. L’ultima Popstar di Claudio Casazza, Stefano Zoja e Carlo Prevosti segue i preparativi per l’arrivo di Papa Francesco a Monza il 25 marzo 2017, un incontro atteso da oltre un milione di persone. Le allettanti promesse di Chiara Campara e Lorenzo Faggi, sul piccolo paese alpino di Ensino Lario, tra Italia e Svizzera, che nel 2016 ha visto sconvolgere i propri tranquilli ritmi quotidiano per un grande evento di portata mondiale: il raduno annuale dei volontari di Wikipedia. The Remnants di Paolo Barberi e Riccardo Russo che esplora il paese più bombardato della storia, il Laos, in un viaggio nelle contraddizioni delle guerre di oggi, in cui i resti del conflitto – ovvero le bombe rimaste inesplose – costituiscono una persistente minaccia per un Paese in cerca di riscatto. Via della Felicità di Martina di Tommaso racconta la storia di Elisa che dal suo quartiere-ghetto alla periferia di Bari decide di trasferirsi a Bonn, dove sua sorella e altri abitanti del quartiere hanno creato una piccola colonia, ma scoprirà presto che la nuova vita non è come se la immaginava.
La retrospettiva è dedicata a Kazuhiro Soda, tra i più significativi registi giapponesi, autore di una filmografia di assoluto fascino ed interesse in gran parte inedita in Italia, e nel focus tematico dedicato a film documentari che raccontano l’evoluzione del potere raccolti sotto il titolo Effetto domino. Sogni e incubi del potere contemporaneo.
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