Riconosciuto come uno dei festival asiatici più importanti grazie all’impegno nella promozione del cinema sperimentale coreano e nella ricerca di nuove realtà internazionali, il Jeonju International Film Festival (dall’1 al 10 maggio, www.eng.jiff.or.kr ) arriva quest’anno alla quindicesima edizione.
Se Busan con il suo Film Festival aspira al ruolo di “Cannes d’Oriente“, il Jeonju Film Festival si propone come il Festival della scoperta di nuovi talenti: è a Jeonju che Darren Aronofsky, Alejandro Gonzales Iñarritu, Fernando, sono arrivati in Corea del Sud, mentre tra i vincitori degli anni passati ricordiamo Denis Côtè, Apichatpong Weerasethakul, Takashi Miike, Meirelles solo per citarne alcuni.
Quest’anno il festival parte con grosse novità nella struttura vera e propria della competizione. Infatti il Jeonju Digital Project (JDP), un progetto che prevedeva la co-produzione e distribuzione di un lungometraggio formato da tre cortometraggi di circa 30 minuti ciascuno selezionati da una giuria di esperti, che storicamente seguiva la competizione ufficiale, quest’anno supporterà tre lungometraggi distinti che verranno presentati e premiati durante il festival. I tre registi selezionati quest’anno sono: Gyorgy Palfi (Ungheria), Shin Yeon Shick e Park Jung Bum (Corea del Sud). I tre cortometraggi prodotti da Jeonju Digital Project sono da anni ospiti fuori concorso del programma del Locarno Film Festival.
Un’altra novità è la sezione Expanded Cinema (la precedente Stranger than Cinema), dedicata completamente al cinema sperimentale, che ha dato spazio ad autori come Peter Kubelka, Harun Farocki, Pere Portabeela, Raya Martin fra gli altri. I film della competizione ufficiale sono dieci, tutti diversi tra loro per tematiche, che descrivono in maniera originale e inaspettata uno spaccato di realtà spesso dimenticata, ricorrendo all’uso della suddivisione della storia in episodi o all’uso di fitti dialoghi consumati all’interno di spazi ridotti. Da segnalare una master class col critico italiano Adriano Aprà su Roberto Rossellini.
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Roberta Silva
