La prima riflessione che verrebbe naturale esporre è, anzitutto, che la figura dell’agente segreto James Bond è stata ormai sviscerata e riproposta in qualsiasi salsa fosse possibile “cucinare” alla tavola del grande schermo.
Tale riflessione, però, non può essere un giustificativo di quanto lo spettatore si aspetta di vedere, giacché, di fatti, l’industria legata all’agente nato da Ian Fleming sembra stia facendo tutto fuorché esporsi timidamente al pubblico, atteggiamento che di certo lascia sperare in bene.
Per quest’ultimo capitolo, di fatti, i costi di produzione sono stati di oltre 300 milioni di dollari. Certo, è giusto dire che considerando gli effetti speciali presenti non è poi molto, ma un terzo di miliardo resta comunque un terzo di miliardo e, con una cifra simile, il minimo è aspettarsi un film accettabile, magari non un cult, ma quantomeno accettabile, o meglio, apprezzabile.
Dopo il successo di Skyfall, nel quale la redenzione dell’agente doppio zero è catalizzata da una nuova e imminente minaccia cibernetica che agisce dall’interno del sistema governativo, Spectre, invece, preferisce stupire più che narrare. La missione di Bond (Daniel Craig), questa volta, non è dettata da un incarico di M (Ralph Fiennes), il caposezione a cui l’agente fa riferimento, ma da quella che si potrebbe dire una sorta di investigazione privata e che non ha nulla a che fare con gli incarichi dei servizi segreti britannici o, quanto meno, non inizialmente.
Tutto inizia in Messico, ma gli indizi relativi all’organizzazione Spectre ci porteranno a Roma, per poi condurci altrove, senza sosta, fino a svelarci, passo dopo passo, il disegno della società segreta alla quale Bond sta cercando di dare un volto.
Coadiuvato dapprima dalla sola collega Moneypenny (Naomi Harris) e in seguito supportato dall’informatico Q (Ben Whishaw) e dal nuovo M, Gareth Mallory, la solitaria ricerca dell’agente doppio zero coinvolgerà, man mano che la narrazione si svela azione dopo azione, non solo l’MI6 e l’integrità dei servizi segreti britannici – a loro volta sotto l’assedio rinnovatore dell’enigmatico C (Andrew Scott) – ma anche altre figure di spicco, come la bella Madeleine (Léa Seydoux), personaggi già conosciuti come la vecchia nemesi di Bond, Mr. White (Jesper Christensen) e via discorrendo sino a quell’insolito fantasma che, dall’infanzia di James si ripresenta ora nelle vesti del leader della Spectre, organizzazione che si rivelerà tanto vasta e ramificata da arrivare non solo al cuore di Londra, ma anche al cuore di Bond.
Per superare Skyfall era necessario incrementare – e non di poco – il fattore di spettacolarità dell’azione negli eventi, ma concentrarsi unicamente su questo, così come è stato fatto in Spectre, non poteva fare altro che generare una pellicola “a elettrocardiogramma”, ora piatta, ora scatenata da improvvisi picchi e crolli d’azione.
Sta bene raccontare un ennesimo, nuovo capitolo della saga Bond, sta bene che lo svolgimento non si distanzi molto dagli altri capitoli e, con fatica, potrebbe anche star bene la presenza di una Monica Bellucci buttata a caso nel film; ciò che invece non va giù è l’esagerazione fine a se stessa, gli inseguimenti in auto milionarie nelle strade deserte di una Roma che deserta non è mai stata, gli spostamenti frenetici da un luogo all’altro senza apparenti motivi e, per finire, un atteggiamento volto a diluire la trama in un’infinità di riprese che stupiscono, ma che a livello narrativo hanno funzionalità zero.
Il nuovo capitolo girato da Sam Mendes non è malvagio, ma segue riga per riga lo stereotipo del film 007, senza proporre alcuna novità, nessun epocale colpo di scena, nulla che faccia accapponare la pelle; forse i tempi di Casino Royale non torneranno più.
Mattia Serrago
007 Spectre
Regia: Sam Mendes. Sceneggiatura: John Logan, Neal Purvis, Robert Wade, Jez Butterworth. Fotografia: Hoyte Van Hoytema. Montaggio: Lee Smith. Musiche: Thomas Newman. Interpreti: Daniel Craig, Christoph Waltz, Léa Seydoux, Ralph Fiennes, Ben Whishaw, Naomi Harris, Andrew Scott. Origine: UK/USA, 2015. Durata: 148′.